giovedì 7 novembre 2013

MANGELE

Restiamo sempre in ambito scolastico, poiché l’educazione ci preoccupa e di educazione ci occupiamo. Ecco qualche foto che proviene dal villaggio di Yambenda, fa parte della nostra vasta parrocchia e si trova ad una quindicina di chilometri Babonde, in “zona miniere”. Parlare di “zona miniere” vicino a Babonde significa che lungo i corsi d’acqua, setacciando la sabbia si possono trovare piccolissime pagliuzze d’oro. E’ l’oro cosiddetto alluvionale, il lavoro di una giornata può rendere il valore di 3/4 dollari ma anche nulla se non si è fortunati. Molti, delusi, si dedicano all’agricoltura che ha dei rendimenti più sicuri, per poi ritornare di tanto in tanto a prendere in mano setaccio, catino e pala, gli strumenti del cercatore. I giovani al contrario, sono molto più attirati dai guadagni immediati ed importanti, spesso solo sognati, senza la pazienza di attendere lo scorrere delle stagioni.
Già da diversi anni a Yambenda aveva preso avvio il progetto della costruzione di tre aule scolastiche  per una scuola superiore con l’indirizzo agro veterinario. Il progetto aveva però conosciuto numerose difficoltà, il comitato sul luogo piuttosto che costruire aveva sperperato, poi il disinteresse dei responsabili, infine la disaffezione degli studenti alla scuola stessa, poiché l’opzione di agronomia non attira affatto i ragazzi, anche se in un futuro – che non crediamo sia però prossimo -  sarà senz'altro una scienza necessaria e ricca di ricadute positive: lavoriamo per il futuro. Ecco che finalmente da qualche mese a questa parte le cose si sono rimesse in marcia e i pochi mattoni prodotti all'inizio del progetto sono stati messi in opera, in maniera appena sufficiente a  sostenere il tetto di lamiere, le quali riposavano in magazzino da oramai troppo tempo. Ne sono uscite due aule, delle tre inizialmente previste, purtroppo con qualche ritardo sull'inizio dell’anno scolastico. Il risultato, sebbene parziale, ha comunque creato un buon effetto positivo incoraggiando i responsabili della scuola ed i genitori dei ragazzi iscritti a rimboccarsi le maniche e a fabbricare la quantità di mattoni che resta, e questo lascia ben sperare per un avanzamento del progetto nel corso dell’anno, anche se sappiamo che gli entusiasmi iniziali si raffreddano in fretta anche in zona a clima equatoriale. Ecco qualche foto presa sabato pomeriggio scorso, ovviamente i ragazzini che vedete non sono gli studenti ordinari, ma i bimbi delle abitazioni vicine, che accorrono sempre in numero sufficiente per riempire il quadro della fotografia, ma possiamo facilmente immaginare in essi gli allievi potenziali di domani, vista l’esplosione demografica in atto.
Le “impalcature” in canne di bambù rimarranno ancora qualche giorno per permettere di “ungere” le travi del tetto in modo da rendere indigesto il legno alle affamate termiti che costituiscono una minaccia permanente anche per le costruzioni più robuste.

Ah, dimenticavo, perché il nome Mangele alla scuola? Non è raro che la popolazione per onorare e conservare la memoria dei notabili o dei capi tradizionali del presente o del passato, capi di “groupement” (un insieme di villaggi) o della “chefferie” (l’insieme dei “groupements”), dia alle scuole il loro nome. E’ così che abbiamo i nomi dei capi di allora o di adesso come Mangbukele, Mangadima, Esokobane, Zatua e via dicendo. Nello stesso tempo si spera con fiducia in un trattamento di favore e qualche aiuto da parte dei diretti discendenti, cosa che è sempre la benvenuta.